Progetti

VIVIEN

Il progetto europeo VIVIEN ha avuto lo scopo di prevenire la vittimizzazione secondaria e migliorare la risposta di professionisti di diversi settori (sanità, scuola, forze dell’ordine, giustizia, servizi sociali) verso le vittime di violenza di genere, attraverso una formazione che ha coinvolto oltre 100 professionisti del territorio parmense.

Il Centro Antiviolenza di Parma ha partecipato, insieme alla Giolli Coop Sociale (IT), l’Università degli studi di Parma (IT), SAMK (Finlandia), BABE (Croazia), SvSv (Bulgaria), EYES (Bulgaria) al progetto europeo VI.VI.E.N. – Victim Violence Educational Network, finanziato dal programma dell’Unione Europea “Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza”.

 

Il progetto VIVIEN ha avuto lo scopo di prevenire la vittimizzazione secondaria e migliorare la risposta di professionisti di diversi settori (sanità, scuola, forze dell’ordine, giustizia, servizi sociali) verso le vittime di violenza di genere, con particolare attenzione alle donne con disabilità. Si sono voluti, inoltre, sviluppare modelli formativi da trasferire in altri Paesi, con l’obiettivo di trasferire competenze a più persone possibile. A tale scopo è stata prevista un’intensa attività formativa che ha coinvolto oltre 100 professionisti del territorio parmense. Questi professionisti sono stati, quindi, selezionati come “moltiplicatori” con il compito di trasmettere le competenze acquisite ad altri 400 colleghi, ampliando così in modo significativo la portata del progetto. Allo stesso modo si è proceduto nei Paesi partner: Bulgaria, Croazia, Finlandia. 

 

Uno degli elementi distintivi di VI.VI.E.N. è stato l’impiego di metodologie formative innovative, pensate per stimolare la consapevolezza e il coinvolgimento attivo. Tra queste: il Teatro dell’Oppresso e il Teatro Forum, strumenti teatrali partecipativi che facilitano la riflessione sui meccanismi della violenza e delle dinamiche di potere; la Mindfulness, per sviluppare attenzione, ascolto e gestione emotiva; l’utilizzo di metodi corporei e di riflessione collettiva, che hanno favorito la comprensione profonda dell’esperienza delle vittime.

 

Un’attenzione particolare è stata dedicata al tema della violenza sulle donne con disabilità, attraverso il coinvolgimento diretto di associazioni specializzate, quali Differenza Donna  (Roma) e Associazione Frida – donne che sostengono le donne (San Miniato), per un lavoro specifico sul riconoscimento della discriminazione intersezionale.

Lo studio condotto dall’Università di Parma sul VI.VI.E.N. ha evidenziato: 

Miglioramento significativo di empatia e consapevolezza

l’analisi condotta su un campione di circa 100 “moltiplicatori” ha evidenziato un aumento importante della capacità empatica, ovvero la loro inclinazione a comprendere e «sentire» le emozioni delle vittime di violenza.

Riduzione degli stereotipi di genere

il training ha portato a una diminuzione significativa delle credenze stereotipate riguardo ruoli uomo-donna, le motivazioni alla base della violenza maschile e l’idea che la vittima possa “accettare” la violenza 

Aumento della consapevolezza sulla vittimizzazione secondaria

i partecipanti hanno mostrato una maggiore sensibilità verso il rischio di vittimizzazione secondaria, ossia il danno che gli operatori stessi possono subire a causa di una preparazione inadeguata. 

Maggiore attenzione alla discriminazione multipla

lo studio ha evidenziato una crescente consapevolezza nei confronti della violenza subita da donne con disabilità e del fenomeno della discriminazione intersezionale.

Coinvolgimento dei dirigenti

Tra dirigenti e responsabili coinvolti (circa 130), l’effetto più evidente è stato l’incremento della disponibilità a collaborare e offrire sostegno concreto ai “moltiplicatori” (es. con spazi, tempi e risorse).